Trattare le immagini, quotidianamente:

con il pensiero, con l’occhio, con le mani, con le tecnologie analogiche, con quelle digitali.

Spesso si tratta di volgere lo sguardo verso l’imprevisto, cercando ossessivamente il “soggetto” che è celato, mimetizzato alla nostra vista, ormai distratta dalla moltitudine delle immagini che ci vengono proposte in questa era post-fotografica.

Guardare significa anche selezionare, evitare la banalità di ciò che sembra mostrarsi ai nostri occhi, cercare nelle idee, nel tempo, nella forma, nel colore; vedere lo spazio che ci circonda in altro modo, dare risalto alle azioni degli uomini, nei rituali, negli oggetti di uso comune, forzandone la visione de-contestualizzata, rendendoli protagonisti assoluti del nostro mondo… la realtà diventa onirica, così ad esempio la fotografia può essere un mezzo espressivo capace di aprire le porte dell’universo surreale: un estratto “immaginato” del mondo reale.

Cesare Goretti