Skip to content

il "bestiario" dell'aldilà

Il bestiario dell’aldilà, realizzato nel 2021, in occasione del 700° anniversario della morte di Dante Alighieri nella sala esposizioni della Biblioteca Comunale di Acquapendente, è composto da quattro grandi pannelli scenici dove sono raffigurati alcuni personaggi presi in prestito dall’Inferno dantesco, riproposti e “plasmati” completamente con tecnologie digitali (3D), con una visione attualizzata che cerca di proiettare queste “creature” ai nostri giorni e oltre.
La scelta di recuperare queste immagini dall’inferno ha naturalmente un connotato che riguarda lo stato attuale dell’umanità ponendo in risalto quella serie di anomalie che l’uomo ha innescato sulla Terra, prime fra tutte l’inquinamento e l’effetto serra, che hanno portato a quello che oggi abbiamo chiamato cambiamento climatico visibile dallo scioglimento inarrestabile dei ghiacciai e dalla desertificazione che minaccia seriamente nuovi territori che venivano considerati, fino a poco tempo fa, vere e proprie oasi.
E ancora, l’utilizzo delle nuove tecnologie di informazione digitale, spesso introdotte con obbiettivi di salvaguardia e sicurezza, non sempre sviluppano quel benessere che viene dichiarato, ma diventano un potente strumento di controllo e in casi più eclatanti di coercizione, ponendo seri problemi alle libertà individuali.
Caronte, Minosse, Minotauro e Lucifero sono qui riproposti con l’intento di cogliere alcuni degli aspetti propri della descrizione che fa Dante nella Commedia per reinventarli all’interno di un universo ricostruito con una visione “fantasy” inserita in un futuro distopico legato alla cibernetica.

CARONTE

Caron dimonio, con occhi di bragia
loro accennando, tutte le raccoglie
batte col remo qualunque s’adagia.
(Inferno III)

Il Caronte qui rappresentato è stato originato proprio dalla terzina sopra descritta, ponendo in evidenza le qualità visive del demone dantesco recuperate attraverso un sistema elettronico che collega gli organi visivi al cervello computerizzato,
capace di controllare e riconoscere perfettamente tutte le anime che dovrà traghettare.
E’ la figura metaforica del concetto moderno del controllo dei potenti sulle masse. L’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche capaci di connettere tra loro media diversi, immagini e database relazionali contenenti i dati di ogni individuo, così con l’idea di un mondo più sicuro si avviano sistemi di controllo del singolo individuo su scala mondiale.

MINOSSE

Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia:
essamina le colpe ne l’intrata;
giudica e manda secondo ch’avvinghia.
(Inferno V, 4-6)

Giudice ed esecutore il Minosse di Dante è orribile, la scena invece presenta un personaggio intento a percepire le colpe più gravi di chi gli sta davanti, è indeciso. La coda è un’estensione tecnologica, probabilmente collegata alla spina dorsale con cavi ramificati che si estendono fino al copricapo-corona, cervello e coda sono connessi.
Quando il giudizio giungerà a conclusione Minosse si alzerà dal trono e darà “voce” alla coda che dotata di vita autonoma cingerà il malcapitato indicando il girone infernale a cui è stato assegnato.

MINOTAURO

e ‘n su la punta de la rotta lacca
l’infamïa di Creti era distesa
che fu concetta ne la falsa vacca
(Inferno XII, 11-12)

Per Dante, come nel mito greco, il Minotauro rappresenta il lato bestiale che è nascosto negli uomini. Anche in questa scena, come nel XII canto dell’Inferno, la creatura ci sbarra la strada. Qui la cibernetica ha ricostruito gli arti inferiori del Minotauro generando così una sorta di androide potenziato.
È chiaro il riferimento alla ricerca tecnologica che abusa del sapere e che tende a sviluppare macchine controllabili a distanza e versate più alla distruzione che al fabbisogno reale dell’umanità.
Saranno gli androidi che fabbricherà l’uomo nel futuro i nuovi Minotauri?

LUCIFERO

Lo ‘mperador del doloroso regno
da mezzo ‘l petto uscia fuor de la ghiaccia;
e più con un gigante io mi convegno
(Inferno XXXIV)

Il ghiaccio, nell’epoca in cui Dante scriveva la Commedia, poteva benissimo soddisfare la metafora della prigione perenne a cui Dio aveva condannato l’angelo ribelle diventato a tutti gli effetti il simbolo del male. Certo oggi, con l’inarrestabile scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari, questo elemento non sembra dare molto affidamento come luogo di prigionia.
Proprio a causa del Climate Change il ghiaccio in cui è imprigionato Lucifero si sta sciogliendo e dallo stesso ci arriva un monito che dovrebbe farci cambiare idea sui nostri attuali comportamenti ambientali.

Grafica, fotografie e illustrazioni di Cesare Goretti - cell.: 338 1241475 - E-mail: cesgor@tiscali.it